Carlo ci mette alla prova:
non ricordo proprio niente di quel primo giorno di scuola, quasi niente. Ma è
come andare dall’analista (da cui non sono mai stato) e improvvisamente
irrompono alcuni vaghi ricordi.
Alle elementari e alle
medie ero quasi sempre stato il primo dell’elenco, qui scoprii l’importanza
della lettera A. Comunque fui uno dei primi a sedermi: visto che le A erano
tutte di sesso opposto e la classe libera ho scelto una zona inesplorata. Un
banco alla metà del quartiere di centro: centrista o centro del mondo?
Il banco accanto a me
rimase vuoto sino alla lettera S come Scoppetta. Un ragazzo handicappato e
l’educazione cattolica mi resero soddisfatto. Soddisfazione che durò molto
poco, non saprei dire se in termini di giorni o di ore. Non era facile la vita
con Alfonso, perché il suo problema non era solo fisico. Gli insegnanti di sostegno
non erano previsti allora, ma le informazioni che mi giungono in tempo reale mi
dicono che la vita è dura anche oggi per gli insegnati di sostegno. Al Vittorio
Veneto (battaglia della Prima Guerra Mondiale, ci ricorda Carlo) si forgia
ancora la classe dirigente, e non c’è posto per i diversamente abili e neppure
per chi si occupa di loro. D’altronde Fornero-Bontempi ce lo disse subito, che
noi eravamo la futura classe dirigente…
Fu soltanto a primavera
(credo) che una mattina il mio mondo cambiò: Scoppetta fu spostato d’autorità
al primo banco e chi mi ritrovai? Silvio Mingozzi. Che culo!
Gli anni seguenti
segnarono il mio sodalizio con Roberto Bottoni, finché anche lui non mi lasciò:
cambiò scuola per evitare una sicura bocciatura a settembre. Del invece rimase
e ci rimase… Era la fine della quarta, credo. Solo Peppa-Marina hanno un
sodalizio più lungo, forse addirittura dalla prima alla quinta. Quanto a Carlo
– o meglio Choerli – Ogliuto e Klaus, visto che i banchi da tre non esistevano,
si saranno turnati, sicuramente con Ciclone e Gallé. E Del, forse.
Anche Gianni Ghelfi mi
lasciò, a un certo punto della quinta. La sua motivazione era indiscutibile: si
era dimenticato di fare il rinvio del militare e da un giorno all’altro si
ritrovò in Friuli. A questo punto Gianni
che andava da Ogliuto a prendere gli appunti fu sostituito da sua sorella che
veniva a casa mia a prendere gli appunti. Sì, solo a prendere gli appunti.
Il resto della quinta non
so, forse ero in banco con Ciacco, ma anche lui se ne andò, con gesto
sconsiderato. Dopo pochi giorni fu espulso dal liceo di Arona e ritornò. A
seguito della sua improvvisa partenza fui avvicinato dal Tissoni che mi chiese
spiegazioni, in nome della nostra nota amicizia (tra me e Ciacco, non tra me e
il Tissoni, ovvio): mi chiese se conoscevo le motivazioni del trasferimento, che
forse aveva abusato sessualmente? Non so come riuscii a non ridergli in faccia
e mi mostrai sgomento e incapace di comprendere il gesto. Sul fatto che fosse
stato un pirla penso comunque che convenga anche lui.
Quando Ciacco ritornò ero
assente causa visita militare all’ospedale di Baggio: qualcuno mi disse che era
ritornato… no, non a trovarci, ma per stare ancora con noi!
Io però ero già in banco
con Stancich, uno degli ultimi arrivati, purtroppo anche il primo a lasciarci; definitivamente,
perché nei primi anni ottanta la leucemia se lo portò…
Con Franco andai a
studiare per gli esami nella mia casa di campagna. Stessa storia degli altri,
con le girls locali, che ci lumavano e viceversa… Questo prima degli esami. Tra
gli scritti e gli orali optammo – non senza contrasti - per Camogli, a casa di
Dezo, dove oltre a Laura c’erano Maura e Gabriella (che intensa vita di studio…
tra Macugnaga e Camogli!)
I risultati sono noti: Laura
60, Maura quasi, io, Marco e Gabriella più o meno come Carlo. I due Franco
decisero di rifare la quinta. Del li raggiunse.
Quanto ai compagni di
banco mi ricordo che in terza eravamo in numero dispari, e a Mario Lonati - ultimo arrivato – toccò il banco singolo al
posto di quello matrimoniale: chi se non Graziano poteva ipotizzare che a
classe priva di insegnante tutti si accoppiassero con il proprio compagno/a di
banco, mentre Mario da solo… cosa altro poteva fare?
(GIOVANNI BAI)
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