sabato 23 giugno 2012

I BERRETTI VERDI


E di cose da raccontare ce n'è a carriolate.
Io per esempio ho ascoltato il formidabile racconto di una certa  serata al cinema Ariosto ad applaudire un film. Serata epica. A modo suo. Sarebbe interessante tramandare ai nipotini. O no?
[RG]

A me questa storia manca proprio.
Anche se non la vuoi mettere sul blog, raccontacela lo stesso, Bobo!!! o chi la sa, faccia qualcosa per tramandarla alle future generazioni.
[MS]

Per quanto riguarda il cinema Ariosto pensavo che la storia la conoscessero tutti ma così non sembra e quindi ve la racconto.
In una fredda sera di inizio novembre del 68 (quindi terza F) eravamo in 7
Io, Maurizio Calì, Graziano, Ghelfi, Ciacco, Giovanni  non ricordo il settimo (forse Mauro)
Arriviamo all'Ariosto con una bottiglia di vodka presa nella cantina di Maurizio , ormai a metà, il film è il mitico "i berretti verdi" ovviamente.
La bottiglia viene finita all'interno del cinema ... ormai siamo tutti fatti e graziano va dalla maschera e dice "ci sono 7 persone che fanno casino" la maschera entra in sala e dice "ma sono solo 6"
Graziano si siede e dice "adesso sono sette"
Siamo stati buttati fuori dal cinema. Quindi siamo andati un una vineria in piazza Baracca e abbiamo comprato un bottiglione di 2 litri di Martini rosso (sic!!!) Il resto ve lo lascio immaginare.. dico solo che io ero sdraiato per  terra in corso Vercelli e poi sulle panchine di piazza Wagner a cantare slogan dell'epoca. E non ero il solo . Ho cominciato a correre verso casa con Giovanni che mi rincorreva per cercare di limitare i danni. Arrivato a casa , circa alle due di notte, Mio padre che mi aspettava per farmi il culo chiede a Giovanni "ma tu a che ora arrivi a casa?" e lui candidamente risponde "Ma io non ho orario".
Maurizio intanto anche lui si era avviato poco "presente" verso casa penso con Ciacco.
Il risultato che a casa ci è arrivato ma il mattino seguente si è accorto che mancavano una scarpa e la giacchetta ritrovate poi nei giardinetti vicino a casa. Per quanto riguarda Gianni Ghelfi  il lunedi
è arrivato a scuola con lo stesso abbigliamento del sabato sera e sui jeans c'erano ancora due o tre buchi di sigaretta.
Fine del racconto spero di non avervi tediato troppo  ...ma visto che è stato richiesto a gran voce!!!!!!
[RB]

ah beata gioventù !!!
dico con invidia. io non c'ero.
a quel tempo troppo per benino e tormentato, non incline alle evasioni eccessive.
(i berretti verdi tuttavia non depone troppo a favore, anche se ci sta!)
un abbraccio a tutti
[CB]

Alcune precisazioni sulla serata all'Ariosto.
1.       Il settimo ero effettivamente io.
2.       Le bottiglie che Maurizio aveva sottratto alla cantina di suo padre erano due.
3.       Il caos nel cinema lo abbiamo provocato da subito e siamo stati cacciati a metà del primo tempo.
4.       Il vermouth acquistato in piazza Baracca non era Martini rosso ma una sottomarca di una sottomarca: con i soldi di tutti ci potevamo permettere solo quello.
5.       Nel rientro a casa, Maurizio riuscì anche a vomitare sul tram.
6.       Io accompagnai a casa Gianni Ghelfi che, nella momentanea dissociazione provocata dall’alcol, mi confesso l’amore per una nostra compagna di cui ovviamente non faccio il nome.
 [MD]

evabbene...  allora dico la mia:
1. eravamo andati a vedere i  berretti verdi con l'alcol solo per fare casino. Poi non ho più avuto l'occasione di rivedere quel film e non so come vada a finire...
2. il settimo non era della classe, bensì Giorgio G, amico di Ciacco, e fu lui ad andare a denunciarci, quindi credo che non ci fosse Graziano.
3. Penso che questa storia debba rimanere nell'immaginario collettivo senza finire sul sito, salvo che qualcuno ne scriva una versione letterariamente intrigante
4. quanto al fatto che non avessi orario era vero, e un giorno vi spiegherò il perché.
[GB]

PS: forse ho delle traveggole di memoria, ma a me mi pare che ci fossi anche io ai berretti verdi, solo perché mi sembra di ricordare il fatto della maschera che conta quelli che fanno casino... Sono certo di aver visto il mitico J. Waine difendere la "nostra" civiltà, e dubito fortemente di essere andato a vedere un film così in altri contesti che non questo. Il resto dei dettagli non mi vengono in mente, ma questo non è così strano.
(KG)

Io c'ero, anche se ricordo bene solo la storia della maschera.
Quando ci rivedremo, se sarà disponibile abbondante THC, possiamo tentare di fare un passo indietro di qualche lustro e riaprire quel file...
[GG]

Fin qui il carteggio che ci siamo scambiati: quello che emerge è che eravamo molti di più dei mitici “magnifici SETTE” e per questo ho fatto alcune indagini, per arrivare alla cifra esatta.
Credo che non arriveremo mai a una soluzione, ma riporto alcune delle informazioni che ho recuperato.
1 – Circolano voci di un litigio, avvenuto sabato 9 giugno, tra Riboldi e Roda: entrambi sostenevano di essere il membro numero DICIASSETTE del commando…
2 – Una seconda voce riferisce che quando la maschera arrivò al numero sessantanove, il Bonetti si alzò gridando: “E adesso sono SETTANTA!”
3 – L’ultima voce finora raccolta (che potrebbe sembrare solo una variante della prima) dice cha al numero seicentonovantanove la Cecca avrebbe detto sommessamente: “Il numero SETTECENTO sono io…  ma il mio Pino dov’è?”
 [gb]

POSTILLA
Ricordi. A proposito di film, anch'io ho un ricordo da far riemergere, ma, purtroppo, non è per niente trasgressivo: in quinta in gruppo, un sabato in cui non lavoravo, andammo a vedere "L'impossibilità di essere normale", stesso argomento dei "Berretti verdi", ma punto di vista opposto.
Come si dice ,seguì il dibattito e scoprii che sapevamo essere tutti profondi e sensibili, anche se spesso cazzeggianti.
Per me fu un'occasione importante di conoscenza dei miei compagni, da me poco frequentati.
Tutte le volte in cui ,come al G8 di Genova, mi trovo a correre per evitare le botte della polizia, mi torna in mente questo film, per me il primo di protesta e, poi, ripenso ai miei compagni.
Scusate per il flusso di coscienza.  Maria

[MA]


Sui berretti verdi, però, ho una domanda. Non è che eravamo andati prima a mangiare da Zia Carlotta? Non importa, tanto poi ho vomitato tutto sulla giacca di Maurizio (C), che l'ha dimenticata in piazza Axum.
[F(S)]

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